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Farmaco si o farmaco no?


L’Italia è la quarta in Europa seconda l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, per la spesa relativa all’acquisto di psicofarmaci e sempre secondo Aifa sono 12 milioni gli italiani che assumono psicofarmaci. Possiamo dire che è molto frequente la tendenza a prescrivere e ad usare questa categoria di farmaci. Al primo sintomo presente, come mancanza di sonno, apatia, tristezza, il paziente chiede il farmaco e il medico lo prescrive. Un buon approccio psicoterapico aiuta a cambiare la propria vita e ad affrontare i problemi. E nelle forme più lievi di depressione una buona psicoterapia funziona meglio di un farmaco. Nelle depressioni lieve e moderate la psicoterapia è altrettanto efficace e può facilitare la cura. Molti studi dimostrano che in questi casi funziona bene l’esercizio fisico. In generale gli psicofarmaci è meglio prenderli per il minor tempo possibile. Nel 2015 oltre 350 milioni di persone nel mondo sono state diagnosticate depresse, di cui 4,5 milioni in Italia. Secondo l’Oms nel 2020 la depressione sarà la malattia mentale più diffusa. L’Aifa nel 2017 ha ripetuto che farmaci per bambini e adolescenti sono pericolosi e il 26 aprile 2017 il Parlamento Europeo ha aperto un’interrogazione parlamentare su questo tema. In Europa l’uso di antidepressivi per bambini e adolescenti è aumento del 40 per cento. Non solo sono ritenuti perciolosi, gli antidrepressivi sono risultati non efficaci su bambini e adolescenti secondo una ricerca pubblica su Lancet nel 2016 e condotta dall’Università di Oxford. E ancora, nel 2016 un’analisi pubblicata sul British Medical Journal ha dimostrato che il rischio suicidio raddoppia nei bambini e adolescenti che assumono antidepressivi. L'assioma che qualsiasi disturbo psichico sia curabile con i farmaci è ormai obsoleto, considerando la natura emotiva e relazionale di molti disturbi. "Tendenzialmente andrebbero prescritti nelle malattie psichiche in cui si presume che ci sia una base biologica, per esempio, le psicosi, i disturbi come schizofrenia, disturbo delirante, il disturbo bipolare e la depressione grave con sintomi psicotici. In questi casi c’è un’indicazione, i farmaci offrono non cura ma sollievo dai sintomi, un possibile riequilibrio ed eventualmente una protezione da eventuali ricadute, per esempio nel disturbo bipolare.” Spiega Alberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta, in un'intervista dello scorso anno. E' molto importante capire quando il farmaco può aiutare, quando può peggiorare il decorso della malattia, quando non è necessario e quando è indispensabile. I veri cambiamenti del cervello avvengono grazie a esperienze e apprendimento che nessun farmaco ci può dare. Ciò dimostra che se vogliamo veri cambiamenti, questi devono essere di natura neuroplastica e vengono favoriti dagli interventi di psicoterapia.


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