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  • Studio Kairos

Come è cambiata e come cambia la figura paterna


Viviamo un momento storico e sociale del tutto nuovo e ricco di potenzialità interessanti per la figura del padre. Fino al secolo scorso il padre era una figura fondamentalmente assente dal percorso di crescita dei figli e il cui ruolo educativo si giocava soprattutto attraverso i comandi e le punizioni; i bambini avevano paura del padre che, con le sue sgridate e i suoi castighi, suscitava sensi di colpa e, spesso, lontananza affettiva.

L’autoritarismo ha perso legittimità: ci siamo interrogati su come recuperare relazioni sincere, intime con i nostri figli, nell’intento di crescere i bambini in un modo più sereno. Oggi i padri ci sono, sono presenti nella vita dei figli e sono alla ricerca di una modalità propriamente “paterna” per aiutarli a crescere.

Trascorsa l’epoca del padre siamo passati all’epoca del figlio, caratterizzata da un eccesso di cura, di ansia, di preoccupazione rispetto al benessere e a una rinuncia da parte dei genitori del loro ruolo educativo. I bambini spesso comandano gli adulti, sono caricati della responsabilità di decisioni che non dovrebbero spettare a loro.

Oggi si cerca con diverse spiegazioni di motivare le regole e i "no", con l'obiettivo di far capire al figlio il perché non può vedere soddisfatti subito i propri desideri.

Il nuovo padre è un compagno che aiuta la madre a liberarsi dalla tirannia del materno come unico codice valido per crescere i bambini. Spesso i padri di oggi faticano ad accettare un ruolo di contenimento, di argine, che chiaramente provoca conflitti con i figli; vogliono essere amici. Se non si mantiene una giusta distanza dai figli, che non è affettiva ma educativa, non si riesce a consegnare un’eredità, a donare il segreto prezioso del vivere, a sostenere quell’elemento umano e vitale che permette ai figli di tirar fuori tutte le loro risorse e potenzialità.

Importante in famiglia è la coesione con lo scopo di riferirsi l’uno all’altro e fare un gioco di squadra che abbia come finalità l’autonomia dei figli.

È necessario un padre che sappia comunicare che la regola non è un impedimento, ma la definizione dello spazio in cui potersi muovere liberamente. Se la regola è chiara, adeguata e contestuale e, in seguito anche negoziata, sarà uno strumento prezioso per aiutare i figli a diventare autonomi e responsabili.

È il padre che accompagna nelle scoperte, che aiuta i figli quando cadono, che li rimette in piedi.

Il suo compito autentico sta nel mettersi accanto: non ti impedisco di fare da solo, di metterti alla prova, di rischiare per testare le tue potenzialità e nei tuoi tentativi ti sto vicino, sono dalla tua parte, ti mostro che fallire è umano e possibile, ma che è anche altrettanto possibile provare a farcela.


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